La storia di Luciano Gaucci a Perugia e nel Perugia, non è cronaca di numeri, né di categorie. Promozioni e retrocessioni, pur ragguardevoli e prestigiose, scivolano inevitabilmente in secondo piano.

Quella con Luciano Gaucci è tema diverso, è descrizione di un sentimento, illustrazione di un’emozione, resoconto di un’epoca. Un personaggio che ha cambiato la storia, qui, la nostra, come nel calcio italiano. E quando è così, non va corso il pericolo di banalizzare un rapporto incentrato, non solo sui risultati ma sulle emozioni, a volte anche contraddittorie, amalgamate tra amore e rancore. Forse un’eccesso di affinità, che alla lunga ha teso anche insidie, interessando in modo drammatico il ruolo ed il destino di tutti.

Nemmeno un’ipnosi ha fatto sognare così tanto come lui. La personalità era quella del leader, intelligente nel richiamare l’attenzione come un re con il cortigiano.

Abile nello sprigionare il collante necessario, capace di saldare le discontinuità ed i corto circuiti del mondo del pallone. Se oggi si arrabbiava, domani ti riconquistava.

Ma non c’è chi tra noi, in tutti questi anni, può dire di averlo dimenticato. Sempre portato come termine di paragone, sempre punto di riferimento, faro di un’epoca, di un’ideologia, e di una idea del calcio che poi è stata coltivata e messa in atto dai più.

Quella, poi, tra il Centro di Coordinamento Perugia Club e Luciano Gaucci è affare di cuore. Fianco a fianco l’uno all’altro, finchè morte non ci separi. Il secondo ha somministrato al primo tutto quello che si può chiedere ad un coniuge fedele. A trarne beneficio tutti quanti, dalle battaglie vinte sul campo a quelle nelle aule di giustizia, con il minimo comune denominatore che era solo ed esclusivamente il bene del Perugia, squadra e città. Nello scacchiere dei valori, l’aspetto economico non era il solo movente, non era un vizio dal quale ragionare in termini di tornaconto. Un Presidente che privilegiava i rapporti con le persone, con i rappresentanti del Direttivo così come con gli associati aderenti ai Club territoriali affiliati al Coordinamento, quasi 100 negli anni di A e di B.

Calciatori e allenatori in secondo piano, primario essendo il valore del tifoso, sempre ponderato, preso in considerazione, mai banalizzato nel momento delle scelte societarie. Non era un corredo, ma l’attore principale.

E allora grazie Luciano, grazie Presidente, non solo per i risultati, non tanto per le categorie, ma per averci fatto sognare e per aver attuato nel mondo del calcio la cosa più difficile, forse impossibile: la generosità, per la quale ti saremo sempre grati, per quel senso di appartenenza che non si misura in beni o in titoli, ma per l’aspirazione ad essi.

Sentite condoglianze a tutta la famiglia Gaucci da parte del Centro di Coordinamento.

Perugia, 02.02.2020                                               IL DIRETTIVO

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