Una gestione discutibile e la poca progettualità, porta con sé la conseguenza che sono i tifosi a subire l’andamento negativo dei risultati calcistici della Società.
Il tracollo sportivo dei nostri colori trova il suo massimo effetto all’ultimo minuto della partita della stagione, quando l’umiliazione del nostro stesso terzo goal non ha impedito comunque la retrocessione. Ma le cause sono ben lontane e trovano la loro origine nel modo di concepire non solo il calcio ma soprattutto i rapporti da parte di questa Società, riuscendo nella incredibile impresa di inimicarsi una città e provincia intera, prostrando l’Amministrazione, allontanando via via tutti quanti, mai in grado di assicurare un punto di riferimento nel campo e fuori, con silenzi nei momenti sbagliati e parole vane con proclami mai mantenuti, e soprattutto fiaccando, anche con la censura, il Centro di Coordinamento, che pure ha sempre avuto una linea moderata alla quale, inevitabilmente, pone fine.
La chiave di volta della stagione sono le dimissioni di Giannitti che aveva intuito, evitandolo per rispetto di se stesso, quello che poi Castagnini si è prestato a fare, ovvero non tanto non comprare giocatori nel mercato di gennaio quanto voler far credere ai tifosi che fosse giusto così edulcorando la pillola con la storia dei giovani – che, perlomeno, non si sono mai visti – con una squadra in retrocessione.
Ma siccome i tifosi non sono stupidi, sanno leggere, intuiscono che questa Società ha poche capacità economiche di investimento per garantire un futuro degno di questa Piazza, non ha potenzialità tali da rispettare chi crede in questi colori. E’ finito il tempo di fingere di coltivare gli interessi del Perugia, la maschera è caduta, il re è nudo, per cui è necessario che si garantisca una discontinuità in favore di chi abbia maggiore dignità e considerazione dell’azionista di maggioranza, il tifoso.
Presidente, se, come dici, tieni al Perugia, fai per amore un passo di lato, rinunciando magari ad una trattativa ma lasciando finalmente un segno positivo.